Otorinolaringoiatria

Servizi e prestazioni socio-sanitarie convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Le inalazioni a getto diretto di vapore sono cure individuali che sfruttano apparecchi predisposti ad una miscelazione di acqua minerale sulfurea fredda fluente (in quantità di circa 2 litri per seduta terapeutica) e vapore acqueo saturo erogato con pressione di circa 2 atmosfere. Il flusso inalato dal paziente nasce da una frammentazione e polverizzazione in una camera di nebulizzazione dell’acqua termale risucchiata per effetto Venturi dal flusso di vapore saturo indirizzato dal circuito dell’apparecchio verso un boccaglio in porcellana che adduce ad un terminale orientabile che permette una leggera variazione alla direzione verso cui indirizzare il flusso di vapore emesso. Quindi anche se la macchina è ad altezza fissa grazie al terminale orientabile il flusso può adeguatamente servire utenti di altezza consistentemente diversa senza costringerli ad innaturali posture per la decina di minuti necessari al completamento della seduta di terapia. Per i bambini di più modesta età (e ovviamente altezza) risulta comunque sempre consigliabile usare sedili più alti per agevolare un corretto allineamento con l’apparecchio. L’operatore di reparto farà sempre attenzione ad illustrare ai genitori questo particolare, in maniera da evitare spiacevoli incidenti ai piccoli utenti. L’operatore inoltre sorveglierà tutti gli assistiti affinché si accomodino alla distanza ottimale (generalmente 25-35 cm dal terminale) di intercettazione del flusso inalatorio.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

L’Aerosol è una cura inalatoria individuale. Come per l’apparecchio per le inalazioni il flusso inalato dal paziente nasce da una frammentazione e polverizzazione in una camera di nebulizzazione, dell’acqua termale risucchiata per effetto Venturi da un flusso di aria sanitaria sterile compressa a circa 2 atmosfere. Nell’apparecchio per l’aerosol la presenza di un deflammatore che spinge il flusso verso le pareti della camera (una campanula di vetro) fa si che la parte più grossolana del parcellizzato rimanga sulle pareti e solo le particelle granulometricamente più piccole (circa il 50% intorno o al di sotto dei 5 micron) vengono indirizzate verso l’ugello di emissione e da qui, attraverso un tubo di raccordo in gomma ed un meccanismo antireflusso in polipropilene atossico sanitario (dispositivo medico classe IIA), portate al dispositivo personale di contatto, che può essere una forcellina nasale in polipropilene atossico sanitario (dispositivo medico classe IIA) od una mascherina nasobuccale in polietilene (dispositivo medico classe IIA). La temperatura dell’acqua sulfurea addotta all’apparecchio non supera i 30°C. Pertanto, anche in virtù del contrasto con l’Inalazione (che nella gran parte dei pazienti ha preceduto l’esecuzione dell’Aerosol), quest’ultima viene percepita dagli assistiti come terapia “fredda”. Al proposito va ricordato ai pazienti che a tutt’oggi non esistono studi o ipotesi che individuino la componente termica per esplicare una significativa funzione nei meccanismi di azione delle cure termali inalatorie, pertanto le differenze di azione fra Inalazione ed Aerosol vanno ricercate nelle differenti dimensioni nella granulometria del polverizzato e non nelle differenze di temperature fra le due cure. La temperatura dell’acqua che arriva all’apparecchio (con relativa percentuale di passaggio alla fase vapore) e la polverizzazione della medesima in fine dispersione micellare rendono l’Aerosol pur sempre una terapia consistentemente “umida”. Ciò va sempre ricordato per tranquillizzare quei pazienti affetti da determinate patologie che veicolano un consiglio da parte di specialisti ORL di evitare cure inalatorie “secche”. Il dispositivo personale di contatto preferenzialmente consigliato è la forcellina nasale. Questo dispositivo provoca infatti a livello della biforcazione un ulteriore abbattimento delle particelle con diametro più grande ed agevola quindi l’inalazione di un granulato di dimensioni più fini in grado di raggiungere anche quella porzione dell’albero respiratorio caratterizzato dalla presenza di più piccole vie aeree. Va in ogni caso ricordato che anche in quei pazienti che preferiscono o sono obbligati (per esempio in presenza di forti deviazioni del setto o varici nasali) all’uso delle mascherine quali dispositivi di contatto, la respirazione va ugualmente condotta con normale ritmo nasale. Il dispositivo di contatto, qualsiasi esso sia, viene messo a disposizione degli utenti come elemento monouso.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

L’Humage è una cura inalatoria particolare che consiste nel far respirare al paziente una miscela di aria sterile sanitaria arricchita dai gas liberati per movimentazione dall’acqua sulfurea fluente circolante in un vaso gorgogliatore. Il contenuto di gas sulfurei (H2S) inalati con questa cura può essere anche estremamente elevato. Pertanto ogni stabilimento caratterizza questa cura nelle modalità pratiche di esecuzione in relazione al tipo di acqua disponibile. Le principali variabili fra stabilimento e stabilimento riscontrabili nell’esecuzione della cura consistono nelle modalità di liberazione dei gas (in ambiente o in postazione singola), nei tempi di somministrazione (in genere ad impegno progressivo), nelle modalità di adduzione del flusso al paziente (con adduzione tramite tubo nell’ambiente prossimo all’apparecchio o con adduzione diretta al paziente tramite tubo e dispositivo di contatto). A Cotilia l’Humage è una cura inalatoria individuale. Le particolari caratteristiche dell’acqua sulfurea consigliano di eseguirla con schemi di adduzione diretta con tubo in gomma e mascherina nasobuccale in polietilene (dispositivo medico classe IIA), e tempi di somministrazione variabili fra i due minuti delle prime sedute ed i quattro delle ultime. Lo stato gassoso della componente minerale inalata consente la diffusione completa di quest’ultima in tutto l’albero respiratorio e quindi anche nelle più fini diramazioni alveolari e nelle cavità paranasali.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Si tratta di una tecnica inalatoria collettiva eseguita in ambienti dedicati esclusivamente a questo tipo di terapia (camere di nebulizzazione). Nelle camere di nebulizzazione appositi apparecchi (bracci o “funghi” di nebulizzazione) generano una nebbia di acqua termale che viene distribuita nell’ambiente, saturandolo. La nebbiolina termale viene prodotta all’interno del “fungo” mediante la polverizzazione dell’acqua minerale spinta contro barre frangi–getto dopo essere stata richiamata da un flusso di aria sanitaria sterile compressa. L’ulteriore arricchimento di componente salina (cloruro di sodio purificato) agevola la permanenza in sospensione delle micelle prodotte nella polverizzazione del flusso di acqua sulfurea. La granulometria del nebulizzato è estremamente concentrata e fine (circa 3 micron) e quindi in grado di stimolare preferenzialmente quella porzione dell’albero respiratorio caratterizzato dalla presenza di più piccole vie aeree. A Cotilia esiste 1 camera di nebulizzazione, disponibili a due a due per le terapie, visto che la seduta di terapia va eseguita in camere sature e che al termine del periodo di utilizzabilità (20 minuti) le camere subiscono automaticamente un processo di igienizzazione attraverso un ricambio totale dell’aria e successiva riattivazione del fungo di nebulizzazione con risaturazione dell’ambiente (ricambio-risaturazione in 20 minuti). Generalmente le nebulizzazioni sono cure inalatorie ad impegno progressivo, con una o due sedute al giorno della durata iniziale di 8 -10 minuti, da portare gradualmente ai 20 minuti negli ultimi giorni di terapia. la presenza del tappo di cerume che ostruisce la visione.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Le insufflazioni permettono di addurre in modo diretto miscela di gas (per un tempo limitato 1-3 minuti nell’orecchio medio una miscela di gas sulfureo a temperatura di circa 32° -35° C – quindi per tutto simile a quella utilizzata per l’Humage – a modesta pressione 0,2 – 0,5 Bar) prodotta da un gorgogliatore in cui scorre fluente l’acqua sulfurea. Due sono le metodiche di effettuazione della cura:
• con catetere endotimpanico che permette di insufflare il gas nell’orecchio medio tramite contatto serrato con l’ostio tubarico. Il catetere viene portato in posizione dopo essere stato introdotto nella fossa nasale, fatto scorrere delicatamente lungo il pavimento e, una volta raggiunto il rinofaringe, ruotato fino ad arrivare a contatto con l’ostio tubarico. Il catetere utilizzato è in plastica monouso. I cateteri risultano sufficientemente malleabili in modo da permettere al medico una consistente personalizzazione della terapia. Personalizzazione d’altronde indispensabile vista la frequenza con cui compaiono, nei pazienti che eseguono questa terapia, anomalie anche consistenti dell’assialità settale e delle dimensioni dei turbinati. Collegando il catetere all’apparecchio insufflatore tramite un tubetto in silicone sanitario è possibile provocare una modesta dilatazione della tuba e la conseguente areazione della cassa del timpano. Con il catetere, attraverso la tuba di Eustachio, si invia. Il medico insufflatore monitorizza l’ingresso della miscela nella cassa del timpano per mezzo di un fonendoscopio munito di un’olivetta terminale in polipropilene (dispositivo medico classe IIA), inserita in maniera non ermetica nel condotto uditivo esterno dell’orecchio trattato;
• tramite politzer crenoterapico: la metodica nella pratica comporta una minore invasività, anche se forse richiede maggiore coinvolgimento e partecipazione da parte del paziente. In pratica la terapia si esegue adducendo un flusso intermittente di miscela sulfurea prodotta nell’apparecchio insufflatore al vestibolo nasale, attraverso l’interposizione di un dispositivo di contatto rigidamente personale e monouso (olivetta in polipropilene – dispositivo medico classe IIA), che viene ermeticamente inserito in una narice, mentre la controlaterale viene occlusa con una modesta pressione digitale da parte del medico insufflatore. L’ingresso nell’orecchio medio della miscela di gas sulfureo (a temperatura di circa 32° -35° C) è dovuto al transitorio innalzamento della pressione nella porzione alta del faringe legato al concomitante rilascio del flusso da parte del medico insufflatore e chiusura della glottide provocata dal paziente con l’emissione di particolari fonemi o con l’atto della deglutizione (ghi, akka, ecc). Per tale motivo il paziente va addestrato all’emissione del fonema e deve inoltre collaborare durante tutto il tempo della seduta per ottenere ritmicamente una valida sequenza di innalzamento dei livelli
pressori nel faringe alto, innalzamento quantomeno sufficiente a vincere transitoriamente la resistenza della tuba all’apertura. Pur essendo meno invasiva ed estremamente semplice nella sua realizzazione, la metodica è però meno monitorizzabile rispetto alle insufflazioni endotimpaniche e, inoltre, coinvolge contestualmente le due tube, che in alcuni pazienti possono essere dotate di anche consistenti differenze nelle proprie dinamiche (modalità di rilasciamento, stenosi, infiammazione, ecc). Pertanto a Cotilia il Politzer viene impiegato solo in quei casi in cui le insufflazioni sono realmente improponibili (bambini estremamente piccoli ed irrequieti, adulti con gravi anomalie nell’anatomia delle prime vie aeree, adulti con ipersensibilità nelle mucose delle prime vie aeree, ecc).

Servizi e prestazioni socio-sanitarie Private

La visita otorinolaringoiatrica consente di diagnosticare le patologie a carico di orecchie, naso e/o gola, che anatomicamente sono organi distinti ma funzionalmente collegati tra di loro. Grazie a questa visita è possibile anche stabilire la terapia più idonea.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Le inalazioni a getto diretto di vapore sono cure individuali che sfruttano apparecchi predisposti ad una miscelazione di acqua minerale sulfurea fredda fluente (in quantità di circa 2 litri per seduta terapeutica) e vapore acqueo saturo erogato con pressione di circa 2 atmosfere. Il flusso inalato dal paziente nasce da una frammentazione e polverizzazione in una camera di nebulizzazione dell’acqua termale risucchiata per effetto Venturi dal flusso di vapore saturo indirizzato dal circuito dell’apparecchio verso un boccaglio in porcellana che adduce ad un terminale orientabile che permette una leggera variazione alla direzione verso cui indirizzare il flusso di vapore emesso. Quindi anche se la macchina è ad altezza fissa grazie al terminale orientabile il flusso può adeguatamente servire utenti di altezza consistentemente diversa senza costringerli ad innaturali posture per la decina di minuti necessari al completamento della seduta di terapia. Per i bambini di più modesta età (e ovviamente altezza) risulta comunque sempre consigliabile usare sedili più alti per agevolare un corretto allineamento con l’apparecchio. L’operatore di reparto farà sempre attenzione ad illustrare ai genitori questo particolare, in maniera da evitare spiacevoli incidenti ai piccoli utenti. L’operatore inoltre sorveglierà tutti gli assistiti affinché si accomodino alla distanza ottimale (generalmente 25-35 cm dal terminale) di intercettazione del flusso inalatorio.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Le inalazioni a getto diretto di vapore sono cure individuali che sfruttano apparecchi predisposti ad una miscelazione di acqua minerale sulfurea fredda fluente (in quantità di circa 2 litri per seduta terapeutica) e vapore acqueo saturo erogato con pressione di circa 2 atmosfere. Il flusso inalato dal paziente nasce da una frammentazione e polverizzazione in una camera di nebulizzazione dell’acqua termale risucchiata per effetto Venturi dal flusso di vapore saturo indirizzato dal circuito dell’apparecchio verso un boccaglio in porcellana che adduce ad un terminale orientabile che permette una leggera variazione alla direzione verso cui indirizzare il flusso di vapore emesso. Quindi anche se la macchina è ad altezza fissa grazie al terminale orientabile il flusso può adeguatamente servire utenti di altezza consistentemente diversa senza costringerli ad innaturali posture per la decina di minuti necessari al completamento della seduta di terapia. Per i bambini di più modesta età (e ovviamente altezza) risulta comunque sempre consigliabile usare sedili più alti per agevolare un corretto allineamento con l’apparecchio. L’operatore di reparto farà sempre attenzione ad illustrare ai genitori questo particolare, in maniera da evitare spiacevoli incidenti ai piccoli utenti. L’operatore inoltre sorveglierà tutti gli assistiti affinché si accomodino alla distanza ottimale (generalmente 25-35 cm dal terminale) di intercettazione del flusso inalatorio.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

L’Humage è una cura inalatoria particolare che consiste nel far respirare al paziente una miscela di aria sterile sanitaria arricchita dai gas liberati per movimentazione dall’acqua sulfurea fluente circolante in un vaso gorgogliatore. Il contenuto di gas sulfurei (H2S) inalati con questa cura può essere anche estremamente elevato. Pertanto ogni stabilimento caratterizza questa cura nelle modalità pratiche di esecuzione in relazione al tipo di acqua disponibile. Le principali variabili fra stabilimento e stabilimento riscontrabili nell’esecuzione della cura consistono nelle modalità di liberazione dei gas (in ambiente o in postazione singola), nei tempi di somministrazione (in genere ad impegno progressivo), nelle modalità di adduzione del flusso al paziente (con adduzione tramite tubo nell’ambiente prossimo all’apparecchio o con adduzione diretta al paziente tramite tubo e dispositivo di contatto). A Cotilia l’Humage è una cura inalatoria individuale. Le particolari caratteristiche dell’acqua sulfurea consigliano di eseguirla con schemi di adduzione diretta con tubo in gomma e mascherina nasobuccale in polietilene (dispositivo medico classe IIA), e tempi di somministrazione variabili fra i due minuti delle prime sedute ed i quattro delle ultime. Lo stato gassoso della componente minerale inalata consente la diffusione completa di quest’ultima in tutto l’albero respiratorio e quindi anche nelle più fini diramazioni alveolari e nelle cavità paranasali.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Si tratta di una tecnica inalatoria collettiva eseguita in ambienti dedicati esclusivamente a questo tipo di terapia (camere di nebulizzazione). Nelle camere di nebulizzazione appositi apparecchi (bracci o “funghi” di nebulizzazione) generano una nebbia di acqua termale che viene distribuita nell’ambiente, saturandolo. La nebbiolina termale viene prodotta all’interno del “fungo” mediante la polverizzazione dell’acqua minerale spinta contro barre frangi–getto dopo essere stata richiamata da un flusso di aria sanitaria sterile compressa. L’ulteriore arricchimento di componente salina (cloruro di sodio purificato) agevola la permanenza in sospensione delle micelle prodotte nella polverizzazione del flusso di acqua sulfurea. La granulometria del nebulizzato è estremamente concentrata e fine (circa 3 micron) e quindi in grado di stimolare preferenzialmente quella porzione dell’albero respiratorio caratterizzato dalla presenza di più piccole vie aeree. A Cotilia esiste 1 camera di nebulizzazione, disponibili a due a due per le terapie, visto che la seduta di terapia va eseguita in camere sature e che al termine del periodo di utilizzabilità (20 minuti) le camere subiscono automaticamente un processo di igienizzazione attraverso un ricambio totale dell’aria e successiva riattivazione del fungo di nebulizzazione con risaturazione dell’ambiente (ricambio-risaturazione in 20 minuti). Generalmente le nebulizzazioni sono cure inalatorie ad impegno progressivo, con una o due sedute al giorno della durata iniziale di 8 -10 minuti, da portare gradualmente ai 20 minuti negli ultimi giorni di terapia. la presenza del tappo di cerume che ostruisce la visione.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

La doccia nasale micronizzata è una metodica terapeutica a cavallo fra una cura inalatoria ed una cura irrigativa. La tecnica consiste nell’immissione a pressione nelle fosse nasali di acqua minerale nebulizzata. Il nebulizzato viene prodotto da un’ampolla Rino-Jet in polipropilene
(dispositivo medico classe IIA) grazie alla miscelazione nel dispositivo di aria compressa sanitaria ed acqua sulfurea. Il nebulizzato è costituito da particelle acquose di un certo diametro (circa 20-30 micron). Si esegue facendo aderire alle narici un’apposita ampolla collegata al Rino-Jet il quale è in grado di tenere separata l’acqua in ingresso da quella residua di lavaggio che viene scaricata in lavandino da un apposito tubicino. La doccia nasale micronizzata determina un lavaggio delle fosse nasali sicuramente altrettanto efficace di quello prodotto con le semplici irrigazioni, ma più delicato e con maggiori capacità di penetrazione nelle cavità paranasali. Il paziente ha a disposizione 15 minuti per portare a termine la seduta di irrigazione.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

La doccia nasale micronizzata è una metodica terapeutica a cavallo fra una cura inalatoria ed una cura irrigativa. La tecnica consiste nell’immissione a pressione nelle fosse nasali di acqua minerale nebulizzata. Il nebulizzato viene prodotto da un’ampolla Rino-Jet in polipropilene (dispositivo medico classe IIA) grazie alla miscelazione nel dispositivo di aria compressa sanitaria ed acqua sulfurea. Il nebulizzato è costituito da particelle acquose di un certo diametro (circa 20-30 micron). Si esegue facendo aderire alle narici un’apposita ampolla collegata al Rino-Jet il quale è in grado di tenere separata l’acqua in ingresso da quella residua di lavaggio che viene scaricata in lavandino da un apposito tubicino. La doccia nasale micronizzata determina un lavaggio delle fosse nasali sicuramente altrettanto efficace di quello prodotto con le semplici irrigazioni, ma più delicato e con maggiori capacità di penetrazione nelle cavità paranasali. Il paziente ha a disposizione 15 minuti per portare a termine la seduta di irrigazione.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

L’esame impedenzometrico, generalmente viene eseguito da uno specialista otorinolaringoiatra, attraverso cui si ricavano informazioni circa lo stato di salute e la funzionalità dell’orecchio. Questo esame permette di valutare l’elasticità del timpano e della catena di ossicini responsabili della funzione dell’udito; risulta pertanto utile per diagnosticare eventuali disturbi a carico dell’orecchio medio. Può essere anche utilizzato per monitorare l’andamento di una terapia prescritta. Per questo esame diagnostico non sono previste particolari norme di preparazione. Questo esame può essere effettuato senza alcuna difficoltà sia dagli adulti sia dai bambini. Non vi si possono però sottoporre soggetti con perforazione della membrana timpanica o affetti da otite acuta dell’orecchio medio. L’esame non è di tipo invasivo, non è pericoloso e il paziente non sente alcun dolore durante l’esecuzione. L’esame viene eseguito inserendo un cono all’interno dell’orecchio dal quale viene emessa una pressione sonora di entità variabile in grado di mettere in movimento il timpano e la catena degli ossicini a esso annessi. In base ai risultati dell’esame lo specialista sarà in grado di rilevare eventuali disturbi a carico della percezione uditiva e di comprendere la natura del problema uditivo.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

è un esame in grado di fornire informazioni sulla capacità uditiva. Generalmente viene effettuato dal tecnico audiometrista. Questo esame consente di individuare eventuali perdite della percezione uditiva. Per sottoporsi a questo esame diagnostico, per nulla invasivo, non è prevista alcuna norma di preparazione. L’esame non presenta alcuna controindicazione e può essere effettuato da adulti e bambini. L’esame non è invasivo, non è doloroso e non è pericoloso. Come funziona l’esame audiometrico? L’esame audiometrico tonale si esegue all’interno di una speciale cabina insonorizzata e prevede l’utilizzo di un paio di cuffie da mettere sulle orecchie. L’operatore invierà alle cuffie dei suoni – partendo dai toni bassi fino ad arrivare a quelli alti – e chiederà al paziente di dare un cenno di consenso o di premere un pulsante tutte le volte che percepirà il suono: in questo modo il medico potrà determinare la soglia di minima udibilità del soggetto. L’esame può prevedere anche l’uso di un dispositivo che viene posizionato sull’osso dietro l’orecchio e che proprio attraverso l’osso trasmette le vibrazioni direttamente all’orecchio interno. Mediante la capacità del soggetto di recepire i suoni lo specialista è in grado di valutare la funzionalità dell’orecchio esterno e dell’orecchio medio. Attraverso l’uso delle vibrazioni si valuta invece la funzionalità dell’orecchio interno.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

La rinofibrolaringoscopia é un’indagine che utilizza uno strumento ottico che, attraverso la visione della cavità nasali (rinofaringe e faringolaringe), permette allo specialista di avere una visione completa delle patologie del distretto otorinolaringiatrico.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Lavaggio dei condotti uditivi esterni mediante apposita siringa o tramite aspirazione. Viene utilizzato per asportare il cerume e gli essudati dal condotto uditivo che contengono tossine batteriche e detriti che possono contribuire ad una possibile infiammazione. Mediante esame otoscopico viene rilevata la presenza del tappo di cerume che ostruisce la visione della membrana timpanica, ne viene stimata l’entità e la consistenza. La presente prestazione può essere praticata da un medico specialista in ORL.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

La doccia nasale micronizzata è una metodica terapeutica a cavallo fra una cura inalatoria ed una cura irrigativa. La tecnica consiste nell’immissione a pressione nelle fosse nasali di acqua minerale nebulizzata. Il nebulizzato viene prodotto da un’ampolla Rino-Jet in polipropilene
(dispositivo medico classe IIA) grazie alla miscelazione nel dispositivo di aria compressa sanitaria ed acqua sulfurea. Il nebulizzato è costituito da particelle acquose di un certo diametro (circa 20-30 micron). Si esegue facendo aderire alle narici un’apposita ampolla collegata al Rino-Jet il quale è in grado di tenere separata l’acqua in ingresso da quella residua di lavaggio che viene scaricata in lavandino da un apposito tubicino. La doccia nasale micronizzata determina un lavaggio delle fosse nasali sicuramente altrettanto efficace di quello prodotto con le semplici irrigazioni, ma più delicato e con maggiori capacità di penetrazione nelle cavità paranasali. Il paziente ha a disposizione 15 minuti per portare a termine la seduta di irrigazione.

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Presso le Terme di Cotilia l’irrigazione nasale consiste nell’immissione di 3-5 litri di acqua sulfurea (fluente e preriscaldata a 37-38°C) nelle cavità nasali attraverso un sondino in silicone sanitario terminante con un dispositivo di contatto rigidamente monouso (olivetta in polipropilene – dispositivo medico classe IIA). L’acqua viene erogata con una pressione veramente modesta, sufficiente appena per risalire le cavità nasali. Il paziente ha a disposizione 15 minuti per portare a termine la seduta di irrigazione

DESCRIZIONE PRESTAZIONE

Le insufflazioni permettono di addurre in modo diretto miscela di gas (per un tempo limitato 1-3 minuti nell’orecchio medio una miscela di gas sulfureo a temperatura di circa 32° -35° C – quindi per tutto simile a quella utilizzata per l’Humage – a modesta pressione 0,2 – 0,5 Bar) prodotta da un gorgogliatore in cui scorre fluente l’acqua sulfurea. Due sono le metodiche di effettuazione della cura:
• con catetere endotimpanico che permette di insufflare il gas nell’orecchio medio tramite contatto serrato con l’ostio tubarico. Il catetere viene portato in posizione dopo essere stato introdotto nella fossa nasale, fatto scorrere delicatamente lungo il pavimento e, una volta raggiunto il rinofaringe, ruotato fino ad arrivare a contatto con l’ostio tubarico. Il catetere utilizzato è in plastica monouso. I cateteri risultano sufficientemente malleabili in modo da permettere al medico una consistente personalizzazione della terapia. Personalizzazione d’altronde indispensabile vista la frequenza con cui compaiono, nei pazienti che eseguono questa terapia, anomalie anche consistenti dell’assialità settale e delle dimensioni dei turbinati. Collegando il catetere all’apparecchio insufflatore tramite un tubetto in silicone sanitario è possibile provocare una modesta dilatazione della tuba e la conseguente areazione della cassa del timpano. Con il catetere, attraverso la tuba di Eustachio, si invia. Il medico insufflatore monitorizza l’ingresso della miscela nella cassa del timpano per mezzo di un fonendoscopio munito di un’olivetta terminale in polipropilene (dispositivo medico classe IIA), inserita in maniera non ermetica nel condotto uditivo esterno dell’orecchio trattato;
• tramite politzer crenoterapico: la metodica nella pratica comporta una minore invasività, anche se forse richiede maggiore coinvolgimento e partecipazione da parte del paziente. In pratica la terapia si esegue adducendo un flusso intermittente di miscela sulfurea prodotta nell’apparecchio insufflatore al vestibolo nasale, attraverso l’interposizione di un dispositivo di contatto rigidamente personale e monouso (olivetta in polipropilene – dispositivo medico classe IIA), che viene ermeticamente inserito in una narice, mentre la controlaterale viene occlusa con una modesta pressione digitale da parte del medico insufflatore. L’ingresso nell’orecchio medio della miscela di gas sulfureo (a temperatura di circa 32° -35° C) è dovuto al transitorio innalzamento della pressione nella porzione alta del faringe legato al concomitante rilascio del flusso da parte del medico insufflatore e chiusura della glottide provocata dal paziente con l’emissione di particolari fonemi o con l’atto della deglutizione (ghi, akka, ecc). Per tale motivo il paziente va addestrato all’emissione del fonema e deve inoltre collaborare durante tutto il tempo della seduta per ottenere ritmicamente una valida sequenza di innalzamento dei livelli
pressori nel faringe alto, innalzamento quantomeno sufficiente a vincere transitoriamente la resistenza della tuba all’apertura. Pur essendo meno invasiva ed estremamente semplice nella sua realizzazione, la metodica è però meno monitorizzabile rispetto alle insufflazioni endotimpaniche e, inoltre, coinvolge contestualmente le due tube, che in alcuni pazienti possono essere dotate di anche consistenti differenze nelle proprie dinamiche (modalità di rilasciamento, stenosi, infiammazione, ecc). Pertanto a Cotilia il Politzer viene impiegato solo in quei casi in cui le insufflazioni sono realmente improponibili (bambini estremamente piccoli ed irrequieti, adulti con gravi anomalie nell’anatomia delle prime vie aeree, adulti con ipersensibilità nelle mucose delle prime vie aeree, ecc).

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